La mostra è stata prorogata fino a domenica 8 settembre.
A dieci anni dalla riapertura al pubblico del Museo Civico Pier Alessandro Garda Il 2024 segna un traguardo importante per celebrare il quale si è voluto valorizzare le collezioni permanenti del museo, cercando al loro interno un nesso, un elemento trasversale che fosse in grado di offrire al pubblico elementi di novità: l’argilla, nelle sue varie declinazioni dalla terraglia alla porcellana, è l’elemento presente in tutte le collezioni. In quella archeologica si manifesta in forme e consistenze diverse: dalle semplici tegole per un tetto alle elaborate lucerne o anche agli oggetti di uso comune presenti sulle mense dei romani. Nella collezione Guelpa-Croff sono presenti servizi da tè, da caffè, completi servizi da tavola, ma anche oggetti isolati di grande pregi. Più numerosa e consistente è la presenza di oggetti in ceramica nella collezione orientale. Nel progettare la mostra si è cercato, oltre a individuare un elemento di connessione, di rafforzare il contenuto, approfondendo alcuni significati di cui questo semplice elemento poteva essere portatore: la fragilità, la debolezza insita in questa materia che si rompe, frattura e scalfisce facilmente, ma anche all’opposto, la capacità di utilizzare una debolezza, una ferita per creare forza, bellezza e rinascita, come attraverso l’’antica tecnica del kintsugi.La mostra inoltre, oltre a esporre oggetti delle collezioni del Museo Garda, le valorizza mettendole a confronto e creando relazioni con altre opere d’arte provenienti da importanti musei, fondazioni e collezioni private. Di grande rilievo anche le connessioni con il territorio, in particolare con la tradizione ceramica espressa dalla città di Castellamonte attraverso le creazioni di alcuni artisti del secondo Novecento, che permetteranno di comprendere le evoluzioni di questo materiale duttile e trasformabile, sino all’utilizzo della stampa 3D. La mostra Elogio della fragilità è stata ideata e coordinata da Paola Mantovani e realizzata grazie allo studio e alla curatela importanti studiosi come Raffaella Ausenda e Marco Guglielminotti nonché di Alessia Porpiglia e Luca Diotto e dall’esperienza artistica di Sandra Baruzzi, Guglielmo Marthyn e Chiara Lorenzetti.